Una sfida che dura da più di trentanni
Mi ha sempre stupito quanto uno sguardo possa dire senza una parola. Da qui la sfida di creare un effetto simile anche su un occhio artificiale.
Professionalmente sono nata come “iridatrice”, ossia ho iniziato dipingendo iridi.
La creazione manuale di tutte le parti del bulbo è stata una continua ricerca di materiali e tecniche costruttive che rispondessero a ciò che volevo ottenere.
Ma una protesi oculare ben fatta non basta!
Anche l’aspetto applicativo richiede grande attenzione e cura.
Sapere come concepire una forma che possa agevolare i movimenti, il sostegno palpebrale, la tollerabilità e una perfetta integrazione cavitaria è un’altra grande sfida e una responsabilità che mi assumo ogni giorno, di fronte al cliente.
Ma assume grande importanza l’ascolto delle esigenze personali di ognuno, dalle quali un protesista non può prescindere, perché è la capacità di capire e soddisfare, per quanto possibile, quelle esigenze personali e uniche, che restituisce al singolo sguardo la silenziosa parola.”
M. Irene Avena